LʼUomo, la Macchina, lʼAmbiente rappresentano un metodo di analisi Universale: prima che arrivassero le macchine (e le moto) in ogni incidente i fattori scatenanti erano due: lʼUomo (il “fattore umano” risultante dalla genetica) e lʼAmbiente. Se una popolazione che abita in una zona di montagna registra un maggior numero di persone che precipitano (rispetto ad una popolazione vicina) i casi sono due: o vi è una predisposizione genetica di quella popolazione a perdere lʼequilibrio, oppure vi è un deficit di cultura e informazione.
Già con lʼuso di animali i fattori sono diventati tre, quindi in un incidente (es. di chi cade da cavallo) correttamente si analizza il fattore umano (predisposizione genetica ma anche notevole importanza della scuola di equitazione!), il fattore animale (il cavallo può mettere il piede in fallo o avere un infarto), e lʼAmbiente (che può essere una prateria naturale o una pista artificiale più o meno pericolosa e più o meno “ben progettata”).
Con la invenzione delle macchine il “fattore animale è stato sostituito dal “Fattore meccanico” (sia esso un aereo, un'automobile, una moto o un macchinario da lavoro) ma il metodo di analisi è analogo. Vediamo di analizzare brevemente i 3 attori che intervengono al verificarsi di un incidente:
1) Fattore umano (genetica e stato psico-fisico + cultura, preparazione, esercitazione, ovvero acquisizione del concetto di “Riserva di Sicurezza”. Lʼerrore umano o la catena di errori che porta ad un incidente è molto più frequente e più grave laddove si risparmia in cultura, preparazione ed esercitazione. Se i soldi per diffondere una cultura della prevenzione vanno in mani sbagliate (e la nostra classe politica in Italia è maestra nel fare questo) i risultati paragonati a quelli di altri Paesi, sono drammatici. In Francia esercitarsi su circuito costa la metà che in Italia. Sto postando in questi giorni dei video tratti da YouTube che riguardano le campagne di prevenzione adottate in TV in Spagna e in Francia. Non mi risulta che in Italia si diffondano campagne anche scioccanti, ma capaci di scuotere le coscienze, che è quello che bisognerebbe fare, quando in Italia abbiamo circa 16 morti al giorno sulle strade (diciamo pure, facendo un parallelo, una Nassiryia al giorno). Eppure di Nassiryia hanno parlato per mesi i giornali e le TV nazionali, mentre i morti sulle strade vengono quasi dimenticati come fossero un tributo normale, in un paese dove ci sono tante macchine e moto come il nostro.
2) Fattore meccanico: dispiace guardare in faccia la realtà (o meglio: diciamo che sarebbe molto più consolatorio sapere che non è colpa nostra), ma questo è il fattore meno accusabile: gli aerei, le auto, le moto hanno sì aumentato le prestazioni, ma ancora di più sono aumentate lʼaffidabilità e la sicurezza (se usate con la opportuna cultura ovviamente): una moto di 1.000 cc di oggi (anche se molto più potente) è enormemente più sicura di una Kawasaki 500 mach III di 30 anni fa (non so se avete presente: le chiamavano le "bare volanti" motori da 90 CV su telai da bicicletta - io ero bambino e ci sbavavo dietro...).
3) Ambiente: mentre lʼatmosfera, le montagne o il mare sono creazioni divine… le strade no! In una analisi scientifica di un incidente vanno ricercati i tre vizi capitali: imprudenza, imperizia, negligenza (frequenti anche nella costruzione delle strade). Questi vizi determinano lʼindice di incidentalità ma anche lʼindice di lesività di una strada. Faccio un esempio, la Strada Statale Cassia SS2 tra Toscana e Lazio: viaggi da Siena verso il lago di Bolsena ed è un biliardo. Passi il confine tra Toscana e Lazio e cominciano le buche (e non sono poche, anzi, bisogna fare lo slalom). Non mi interessa fare le gare di campanile, ma la SS2 è sotto manutenzione dell'ANAS, responsabile del tratto toscano è il compartimento ANAS di Firenze, responsabile del tratto laziale è il compartimento ANAS di Roma. Allora si prende e ci si incazza con il compartimento ANAS di Roma. E quando nelle nostre/vostre città si trova una buca o una strada in stato pietoso, è chiarissimo che è colpa degli amministratori pubblici (a proposito: ricordiamocene alle successive elezioni), ma purtroppo non basta. Bisogna anche incazzarsi e chiamare in Comune o in Provincia.
La prevenzione quindi si fa con: educazione (anche civica), preparazione, esercitazione, controlli e sanzioni (con le Forze dellʼOrdine, ma anche con gli autovelox! E se si viene pizzicati a 200 all'ora in autostrada, che si abbia almeno il pudore di non presentare ricorso, come è successo poco tempo fa a Viterbo).
Sono temi delicati che adesso ho affrontato solo in modo un po' frammentario, ma mi riprometto di tornarci su, anche iniziando a rompere le scatole a chi di dovere.
Un saluto