La Nuova 500 venne presentata ufficialmente nel Luglio 1957.
Nella versione definitiva il motore aveva un cilindrata di 479 cc,capace di 13 CV. Il telaio presentava rifiniture esterne e interne molto semplificate, l’ abitabilità era per due persone più bagaglio, prezzo di listino 490.000 lire.
Il lancio della 500 fu un vero insuccesso. Molte le cause :
Prime fra tutte il prezzo e il posizionamento del’automobile nei confronti della 600. La 500 venne giudicata non molto conveniente per il pubblico cui era, nelle intenzioni della Casa, destinata. Il prezzo sembrò davvero eccessivo a fronte di una abitabilità limitata a due persone e alla semplicità delle finiture. La primissima serie, nelle intenzioni del geniale progettista Dante Giacosa, era lo specchio della razionalità costruttiva e dell'economia.
Niente fu concesso alle cromature, allora di gran voga: le ruote con i bulloni a vista, erano prive di coppe, i fari erano incassati senza cornice e, sulla carrozzeria, nessun profilo di abbellimento.
All'interno della nuova 500 prima serie, alcune gravi mancanze: una chiave trasparente, al centro della plancia, come commutatore delle frecce, al posto della normale leva al piantone dello sterzo; inoltre si potevano notare imperfezioni di finitura. Mancavano inoltre il lavavetro, il portacenere, e, cosa più importante, i cristalli discendenti.
Uniche aperture risultavano essere due piccoli deflettori laterali (nella primissima serie senza fermo: se completamente aperti impedivano la normale impugnatura del volate) oltre che, naturalmente, il tetto. Un elemento, poi corretto con il tempo, che contribuì all'iniziale insuccesso della Nuova 500, fu proprio il tetto della vettura. Per contenere i costi e per scoraggiare il trasporto di passeggeri, fu pensata la soluzione di un tetto completamente di tela comprendente anche il lunotto in plastica trasparente. Per la particolarità di questa soluzione, la vetturetta venne omologata come "trasformabile", cui presero poi il nome le versioni con il tetto completamente in tela. Un capitolo a parte meriterebbe il motore. Il maggior limite di questo propulsore, a fronte di un'economia di consumi da primato, stava nella scarsa potenza e nella limitata velocità della 500: 479 cc per 13 CV ad una velocità di 85 Km/h. Nei primi provvedimenti presi dalla Fiat per riposizionare la nuova utilitaria, ci fu un aumento della cavalleria del propulsore.
Bisogna in ogni caso premettere che la Fiat si propose sul mercato, alla fine degli anni 50, con un nuovo marchio in compartecipazione con la Bianchi e la Pirelli: nel 1956 fu perciò fondata l'Autobianchi, a Desio (Milano), des
tinata a produrre vetture caratterizzate da un più elevato livello di finiture, mantenendo inalterata la meccanica della Casa torinese. Fu proprio con una vettura Autobianchi (la "Primula") che la Fiat, nel 1964, fino ad allora fedele alla trazione posteriore, sperimentò ed inaugurò la trazione anteriore. La prima vettura Autobianchi ad essere prodotta, dal 1958, fu la "Bianchina", che utilizzava gli organi meccanici della 500. Le "Bianchina", meglio rifinite e con una carrozzeria più slanciata ed elegante, furono presentate come le "500 fuoriserie di serie" o come le "500 gioiello".
Nel Novembre 1957 fu affiancata alla "economica" la "Nuova 500 normale".
Variazioni rispetto alla serie precedente: cristalli discendenti, coppe alle ruote, profili di finitura in allumino, cornici ai fari cromate, devioluci allo sterzo. Il prezzo per questo gioiellino (la "normale"), invariato a 490.000 lire. La versione economica venne ribassata a 465.000 e la Fiat provvide a rimborsare le 25.000 lire ai primi clienti. Il motore, grazie agli interventi su carburatore e albero a camme, venne potenziato di 2 CV, arrivando così ad una potenza di 15 CV.
Nonostante la grande pubblicità, la 500 stentava ancora a decollare. Nel 1958 venne introdotta una versione sportiva chiamata molto semplicemente Sport che nelle intenzioni della Casa avrebbe dovuto costituire un buon rilancio d'immagine sul pubblico. Questa vetturetta partecipò con onore alle numerose competizioni ed effettivamente contribuì al successo della 500, che però poté considerarsi tale solo con l'arrivo della versione D, nel 1960. Nella Sport la parte più interessante riguardò naturalmente la meccanica: Il motore venne portato a 499,5 cc, nuovo albero a camme in acciaio di differente fasatura, carburatore Weber 26 IMB2, condotti lucidati, maggiore compressione, valvole e molle maggiorate. La potenza fu portata così a 21 CV. La modifica più evidente all'esterno della "Sport" era la colorazione bicolore. Accanto alla versione trasformabile venne anche prodotta una versione, ad oggi rarissima, a tetto completamente metallico solcato da tre nervature. Il prezzo al pubblico si scostava sensibilmente dalle versioni di 479 cc e questo rese la Sport già abbastanza rara all'epoca: 495.000 lire per la versione trasformabile, 560.000 lire per la versione a tetto completamente metallico. La vita della Sport ebbe termine con l'arrivo della D e con l'affermarsi sul mercato dei modelli sportivi presentati, soprattutto, dalla Abarth e dalla Giannini.