Con gli anni 70, in Italia anni di grandi cambiamenti sociali e di crisi economica, alla Fiat si pensò che i tempi fossero ormai maturi per lanciare una nuova piccola vettura che, pur conservando la meccanica e la filosofia della 500, risultasse però sostanzialmente differente nella carrozzeria: furono cioè adottate forme decisamente più squadrate, che richiamavano la maggiore 127, presentata l'anno prima. Con la scelta del nome "126", idealmente si andò a completare l'intera gamma Fiat degli anni '70 (126,127,128,130,131,132).
Al salone di Torino, nel Novembre 1972, venne dunque presentata la Fiat 126 come novità assoluta, oltre che l'ultima serie delle 500: la R ("Rinnovata") o, come venne anche inizialmente chiamata, "unificata". Il motore passò dallo storico 499,5 cc, alla cilindrata di 594 cc (questo soprattutto sull'esperienza acquisita dalla Abarth, assorbita nel 1971 dalla Fiat): per la 126 la potenza fu portata a 23 CV, mentre la 500 fu depotenziata ai soliti 18 CV della F/L. Anche il cambio della 500 rimase senza i sincronizzatori che, invece, fecero la loro comparsa sulla 126. Da segnalare il rapporto al ponte di 8/39, lo stesso della "Sport"e delle Abarth, in luogo del solito 8/41.
La R, proprio come le primissime 500 nei confronti della "600", nelle intenzioni della Casa mai avrebbe dovuto entrare in competizione con la 126: per questo motivo, oltre al depotenziamento del motore e al cambio non sincronizzato, presentava delle finiture molto semplificate che la fecero somigliare alla precedente F.
Segni particolari
Esterni: scompaiono tutte le finiture cromate, sia sotto le portiere, sia sui copriruota. La piccola R adotta dei cerchi ruota in lamiera stampata privi di borchie cromate, con bulloni a vista: identici, nel disegno, ai cerchi della 126.
Interni: tachimetro e volante furono realizzati in plastica nera in sostituzione della plastica bianca, il rivestimento dei sedili fu mantenuto in vinilpelle liscia a tinta unita, ma venne abolito lo schienale posteriore ribaltabile, in luogo di uno fisso. Gli interruttori del centro plancia furono ridotti a due soltanto, inglobando la funzione di luce tachimetro all'accensione delle luci esterne.
Insomma un sensibile passo indietro che la avvia sulla strada dell’uscita dalla produzione.
Il pubblico sembrò poi preferire la 126 che, in ogni caso, non ebbe mai lo stesso successo commerciale nè affettivo della 500. Per questo motivo la produzione negli ultimi anni, fu trasferita da Torino a Desio (Autobianchi), per poi passare definitivamente in Sicilia, a Termini Imerese (Palermo).
La straordinaria avventura della 500 si chiude con la R il 1° Agosto 1975. Ultimo telaio: 5231518. Produzione Sicilfiat.